Page 4 - BPA_286_IT
P. 4
Profili psicodinamici dell’autolesività non suicidaria in adolescenza: dalla dimensione intrapsichica a quella interpersonale
vita (Lewis e Heath, 2015; Swannell, Martin, Page, Hasking La regolazione emotiva (intesa quale capacità di regolare,
e St John, 2014). Sebbene molti studi si siano concentrati sul controllare o esprimere emozioni intense e pervasive come la
contesto scolastico, esiste ancora il bisogno di intercettare rabbia, la noia e la tristezza, o in generale gli stati dolorosi come
e comprendere i comportamenti autolesionistici a scuola la depressione, la colpa e la vergogna) è la funzione più riferita
(Berger, Hasking, e Reupert, 2014; Gargiulo, 2020). dagli autolesionisti, in particolare dagli adolescenti (Klonsky,
All’interno di un dibattito scientifico sulla classificazione 2007; Laye-Gindhu e Schonert-Reichl, 2005; Madge et al., 2008;
della condotta autolesiva (Plener e Ferget, 2015), volto a Nock e Prinstein, 2005). Il comportamento autolesionistico è
distinguerla da un lato dai tentativi di suicidio e dall’altro solitamente preceduto da emozioni negative e alto arousal,
da forme generiche di auto danneggiamento, il Manuale mentre è seguito da sentimenti di calma e sollievo (Di Pierro
Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 5 ha proposto et al., 2014; Klonsky, 2009). A tal proposito, la disregolazione
la definizione di “Autolesività non suicidaria” (Nonsuicidal emotiva (l’incapacità di riconoscere, accettare, controllare ed
self-injury) quale diagnosi psichiatrica specifica e non essere consapevoli delle proprie emozioni) è stata considerata
soltanto come sintomo o sindrome presenti in vari disturbi quale possibile fattore di rischio per l’autolesività non
di personalità (APA, 2013). Tale nomenclatura ha consentito suicidaria in adolescenza (Adrian, Zeman, Erdley, Lisa e Sim,
di migliorare la diagnosi differenziale, in particolare in 2011). Quest’ultima, inoltre, è stata connessa ad uno scarso
adolescenza, evitando stigmatizzazioni precoci che possono uso di strategie efficaci di coping, nonché alla mancanza di
insorgere in seguito ad una diagnosi di suicidio o disturbo espressione e chiarezza emotive (Dicé, Maiello, Dolce e Freda,
borderline di personalità (Gargiulo et al., 2014). In questo 2017; Gratz e Roemer, 2004; Martino et al., 2019). In tal senso,
panorama, una parte della letteratura ha implementato gli parte della letteratura ha dimostrato che gli adolescenti con
studi sull’ANS in adolescenza seguendo i criteri diagnostici condotte autolesive hanno difficoltà a mettere in parola la
del DSM-5, come il numero degli episodi autolesivi messi loro sofferenza e considerano tali condotte come un mezzo
in atto nell’ultimo anno, al fine di stabilire se si trattasse di comunicazione che consente loro di condividere emozioni
di autolesività occasionale o ripetitiva (Madjar, Zalsmanb, di rabbia e angoscia, facendo percepire la loro sofferenza a
Mordechaia e Shovalb, 2017; Manca, Cerutti e Presaghi, 2005; coloro che li circondano (Crouch e Wright, 2004; Fortune,
Manca, Presaghi e Cerutti, 2014; Sarno, Madeddu e Gratz, Sinclair e Hawton, 2008; Moyer e Nelson, 2007).
2010; Shaffer e Jacobson, 2009). In aggiunta, la ricerca ha indagato il ruolo delle
Una delle aree di ricerca maggiormente sviluppate attitudini corporee negative in relazione alla disregolazione
negli ultimi anni in merito all’autolesionismo superficiale emotiva in presenza di comportamenti autolesionistici
in adolescenza è quella delle funzioni (Lewis e Santor, (Muehlenkamp, Bagge, Tull e Gratz, 2013). In particolare,
2010; Nock e Prinstein, 2004), che sono state differenziate le considerazioni negative nei confronti del proprio corpo
tra intrapersonali e interpersonali (Klonsky, 2007). Le (ovvero come si percepisce, ci si prende cura e si fa esperienza
prime riguardano il cambiamento di stati interni a livello del proprio corpo) aumentano la probabilità di ferirsi nei
individuale (emozioni, pensieri e sensazioni fisiche), casi di disregolazione emotiva (Muehlenkamp, 2012).
mentre le interpersonali sono le funzioni che mirano a Infatti, le valutazioni negative del proprio corpo, intese
modificare il contesto esterno, come ad esempio la richiesta quali l’insoddisfazione corporea o l’assenza di investimento
di un maggiore sostegno sociale (Turner et al., 2012). Si emotivo verso di esso, sono considerate fattori di rischio
registra in maggioranza il ricorso a funzioni intrapersonali, per l’ANS tra gli studenti (Mulay, West, Wallner Samstag e
in particolare la regolazione affettiva e l’autopunizione Diamond, 2017). I comportamenti autolesionistici sono una
(Gratz, 2007; Klonsky 2007; Klonsky e Glenn, 2009), forma di attacco al corpo connessa all’odio provato verso
mentre le interpersonali, o sociali, sono riportate con quest’ultimo: l’odio, congiuntamente all’insoddisfazione
minor frequenza. Tra queste, l’influenza interpersonale (ad e all’indifferenza, fanno sì che l’individuo percepisca il
esempio, comunicare la propria angoscia agli altri) è la più proprio corpo come un oggetto separato dal Sé, rendendolo
riferita (Klonsky, 2007; Nock e Prinstein, 2004), seguita dalla facile da ferire; questa dinamica potrebbe spiegare la
funzione di vendetta (Klonsky, 2007). Infine va ricordato che tolleranza al dolore sperimentata durante gli atti autolesivi.
si può ricorrere ad una o più funzioni contemporaneamente e L’oggettivazione del corpo inoltre contribuisce ad alimentare
che tale ricorso può variare nel tempo. una considerazione negativa dello stesso, aumentando il
3